Negli ultimi anni si è assistito al diffondersi di una nuova forma di prepotenza, compiuta attraverso la rete (internet) e le nuove tecnologie. Questa modalità di prevaricazione elettronica è denominata cyberbullismo. L’esistenza di questa tipologia di prepotenza è stata messa in luce da recenti studi come quelli di Slonje e Smith (2008). Questi autori affermano che il fenomeno si sia sviluppato grazie all’aumento dell’uso di apparecchi elettronici come pc, tablet e smartphone da parte dei giovani.
In generale, anche a livello internazionale, è aumentato l’uso della rete tra i giovani. Infatti, quasi tutti i giovani tra i 12 ei 17 anni trascorrono gran parte della loro giornata su internet e il 68% degli alunni lo usa a scuola (Centro per il futuro digitale alla USC Annenberg School, 2010; Hitlin e Rainie, 2005; Lenhart, 2010).
Cos’è il cyberbullismo?
Adottando la definizione di Smith, Mahdavi, Carvalho, Fisher, Russell e Tippett, (2008), il cyberbullismo consiste in:
“un atto aggressivo e intenzionale condotto da un gruppo o da un individuo, utilizzando forme di comunicazione elettronica, ripetutamente nel tempo, contro una vittima che non può difendersi facilmente”.
In quali luoghi virtuali si può sviluppare?
I media attraverso i quali possono verificarsi fenomeni di cyberbullismo sono molteplici:
- messaggistica istantanea (es., WhatsApp),
- e-mail, messaggi di testo (sms ed mms),
- pagine web (es., blog),
- chat room,
- siti di social networking (es., Facebook),
- immagini digitali (es., foto sullo smartphone) e
- giochi online.
L’ambiente più utilizzato per il cyberbullismo secondo Kowalski e Limber (2007) e Juvonen e Gross (2008) risulta essere la messaggistica istantanea come il famoso WhatsApp. In un’altra indagine sulla vittimizzazione di cyberbullismo (Katzer, Fetchenhauer e Belschak, 2009) è emerso che il luogo preferito tra i giovani per attuare atti prevaricatori siano le chat online.
Aspetti salienti del cyberbullismo
In questa nuova forma di bullismo, le difficoltà che devono affrontare i minori, vittime di prepotenze in rete, consistono nel trovarsi davanti a un pubblico più ampio di pari, con la complicanza a non potersi allontanare da esso facilmente. Infatti, la vittima può continuare a ricevere messaggi di testo o e-mail ovunque essa sia o, addirittura, attraverso la rete chiunque, può pubblicare immagini o video per mettere in imbarazzo la cybervittima e qualsiasi persona può vedere queste produzioni.
Inoltre, in rete vi è la difficoltà ad individuare l’aggressore per fermare il processo in atto. Il cyberbullismo non è un’esperienza faccia a faccia e fornisce a coloro che attuano prepotenze un certo grado di invisibilità e di anonimato, almeno apparentemente (Gini e Pozzoli, 2011).
Infine, il fatto di non vedere la vittima in volto, può portare chi attua prepotenze online a essere meno consapevole o addirittura ignaro delle conseguenze delle sue azioni (Slonje e Smith, 2008).
Le 4 caratteristiche della rete che rendono più probabili comportamenti di cyberbullismo (Pearson, Andersson e Porath, 2005):
- LA RIPRODUCIBILITÀ (ad es., il fatto che una persona può facilmente inoltrare un pettegolezzo alla sua intera rubrica) che rende più facile agli individui devianti di danneggiare altri e ripetere il danno più e più volte con il semplice invio;
- LA MANCANZA DI REATTIVITÀ EMOTIVA, (ad es. l’assenza della mimica facciale del destinatario) che al contrario, quando le persone comunicano faccia a faccia, fornisce molti suggerimenti verbali e non verbali su come si sentono. In un contesto online, i comunicatori non hanno questa reattività emotiva immediata e potrebbero offendere più facilmente nelle comunicazioni (Kowalski, Giumetti, Schroeder e Reese, 2012; Kowalski, Limber e Agatston, 2012);
- LA PERCEZIONE DI INCONTROLLABILITÀ. Spesso, le interazioni in rete non hanno un moderatore che può intervenire se una comunicazione diventa aggressiva, mentre in un contesto faccia a faccia potrebbe essere più probabile la moderazione da parte delle altre persone;
- LA PERMANENZA E L’ACCESSIBILITÀ di 24 ore al giorno su 7 giorni alla settimana. Nelle comunicazioni in internet, i messaggi possono rimanere per sempre o finché qualcuno li cancella, anche se possono essere scaricati. L’accessibilità 24/7, consente di inviare e ricevere messaggi dannosi a tutte le ore del giorno (Kowalski, Limber, e Agatston, 2012).
Suggerimenti d’intervento
In qualsiasi forma di bullismo, è necessario agire in più direzioni allo stesso tempo!
Per contrastarla è necessario mantenere una buona comunicazione tra genitori e sistema scuola, in particolare con gli insegnanti, creando così un’alleanza tra le due parti. Questi ultimi possono fungere da fattore protettivo al fenomeno attraverso lo sguardo attento dell’adulto rispetto a ciò che accade e restituendo ai minori buoni esempi comportamentali e normativi.
Quando ci si accorge invece che un/a giovane è vittima del fenomeno è importante offrire protezione e sostegno psicologico per evitare conseguenze psico-fisiche derivanti dalla situazione vissuta.
Infine, è fondamentale per evitare che accadano episodi di cyberbullismo e/o bullismo attuare interventi di prevenzione e promozione alla salute attraverso azioni appropriate e che comprendano diversi contesti educativi, come la scuola, i centri di aggregazione, la famiglia ecc.
Dott.ssa Valentina Roberto Lombardi